L’abbandono dell’università è un fenomeno complesso che coinvolge un’ampia gamma di fattori sociali, economici e personali. Dal punto di vista psicologico si hanno implicazioni profonde sul benessere emotivo, la percezione di sé e il futuro professionale: comprenderne le ragioni è essenziale per intervenire efficacemente e prevenire il fenomeno, offrendo supporto a chi si trova in difficoltà.

Le cause psicologiche dell’abbandono

  • Ansia da prestazione e pressione accademica: uno dei principali motivi psicologici alla base dell’abbandono universitario è la pressione accademica derivante dai coetanei e dal mondo universitario stesso. Molti studenti possono sviluppare una forte “ansia da prestazione”, manifestata attraverso la paura di fallire, stress legato all’avvicinarsi degli esami e una sensazione di inadeguatezza nei confronti dei compagni di corso. Quando l’ansia diventa insostenibile, lo studente può decidere di non sostenere gli esami programmati, o addirittura arrivare a lasciare l’università per sfuggire a un contesto che percepisce come opprimente.
  • Crisi di identità e mancanza di motivazione: il periodo universitario coincide spesso con una fase cruciale nello sviluppo dell’identità personale. Gli studenti sono chiamati a fare scelte importanti riguardo al proprio futuro, ma non tutti sono pronti a prendere decisioni che vengono spesso considerate “definitive” a questa età. Questo senso di smarrimento contribuisce a una perdita di motivazione, spingendo alcuni a lasciare l’università.
  • Sintomi depressivi e isolamento sociale: lo stress accademico, l’ansia e le difficoltà relazionali sono segnali che possono caratterizzare anche la depressione, e portano a una perdita di interesse nelle attività quotidiane, inclusi gli studi, oltre che a un calo di energia e di autostima. L’isolamento sociale può accentuare questo stato, specialmente in studenti che non riescono a costruire una rete di supporto emotivo nel contesto universitario: sentirsi soli o fa considerare l’abbandono come una soluzione.
  • Perfezionismo e paura del fallimento: il perfezionismo è un tratto della personalità che può avere un impatto negativo sulla carriera universitaria. Gli studenti perfezionisti spesso pongono su di sé aspettative irrealistiche, il che porta a un’elevata paura del fallimento. Ogni errore o difficoltà viene vissuta come un segno di inadeguatezza e col tempo la paura di non essere all’altezza può diventare così schiacciante da convincere lo studente che abbandonare sia l’unico modo per evitare ulteriori delusioni, preferendo la rinuncia a un risultato non ottimale.
  • Pressioni esterne: le aspettative familiari giocano un ruolo importante nella decisione di abbandonare o proseguire gli studi. Alcuni studenti possono sentirsi oppressi dall’obbligo di eccellere o di seguire un percorso di studi non scelto personalmente. Se i conflitti familiari non vengono gestiti, lo stress derivante può compromettere il rendimento accademico e il benessere psicologico, aumentando il rischio di abbandono.

    Abbandonare l’università non è mai una decisione facile e può avere conseguenze psicologiche a lungo termine. Molti studenti che lasciano gli studi provano sentimenti di colpa, vergogna e fallimento, poiché la società spesso associa il completamento del percorso accademico al successo, rendendo difficile rialzarsi dopo l’abbandono. Un’altra conseguenza potrebbe essere quella di sviluppare un atteggiamento evitante: chi abbandona può iniziare a fuggire da altre situazioni sfidanti o che richiedono impegno, rinforzando la convinzione di non essere in grado di affrontare le difficoltà.

     

Il supporto psicologico

Gli studenti hanno bisogno di giusti strumenti e di un adeguato supporto psicologico per ridurre il fenomeno dell’abbandono universitario e creare un ambiente accademico che promuova il benessere emotivo. Alcune strategie possono essere:

  • Ambiente inclusivo: sentirsi parte di una comunità è cruciale per il benessere psicologico. Le università che incoraggiano l’inclusione organizzando attività sociali, gruppi di studio e incontri di supporto possono essere una fonte di riduzione dell’isolamento e aiutano a migliorare il senso di appartenenza degli studenti.
  • Sostegno alla scelta del percorso di studi: aiutare gli studenti a riflettere in modo consapevole sulle proprie passioni e obiettivi, attraverso attività di orientamento e bilancio delle competenze, può prevenire il rischio di scelte accademiche errate. È fondamentale quindi scegliere un corso di studi che rispecchi i propri interessi e ambizioni, per ridurre il rischio di demotivazione e abbandono, previa un’analisi attenta delle diverse facoltà esistenti.
  • Educazione alla gestione dello stress: molti studenti non sanno come gestire lo stress o l’ansia. Per questo motivo può essere utile partecipare a corsi o seminari sulle tecniche di gestione del tempo e mindfulness, in modo da avere anche strumenti pratici per affrontare la pressione accademica e migliorare la resilienza.
  • Consulenza psicologica e tutoraggio: i servizi di consulenza psicologica aiutano gli studenti a gestire ansia e stress. Avere un professionista a cui rivolgersi in momenti di crisi consente di affrontare i problemi prima che diventino insormontabili. Anche i programmi di tutoraggio universitari, con l’assegnazione di un tutor o un mentore, possono offrire un valido sostegno emotivo e accademico.

Conclusioni

L’abbandono universitario è spesso il risultato di una combinazione di fattori psicologici, e intervenire su questi può fare la differenza nella vita di molti studenti. Offrire supporto psicologico, promuovere un ambiente accogliente e fornire strumenti adeguati per la gestione dello stress sono passi fondamentali per prevenire l’abbandono e favorire il benessere degli studenti. Aiutare uno studente in difficoltà non significa solo evitare l’abbandono, ma contribuire alla costruzione di una solida base per il suo futuro personale e professionale.

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